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Commenti: Beitr. teilw. dt., teilw. ital. - Literaturangaben. - Enth. u.a.: Max Stirner e la capacità di potenza / Dario Barbieri. Fremdheit als Herausforderung: Ingeborg Bachmann in Italien / Stefanie Golisch

Soggetto: p.Heine, Heinrich ; f.Kongress ; g.Meran <1997> p.Stirner, Max p.Bachmann, Ingeborg

. Buchignani, P., Un fascismo impossibile, Bologna 1994. Buchner, G., Opere, ed. it. Milano 1981. Cacciari, M., Geo-filosofia dell’Europa, Milano 1994. Calasso, RLa rovina di Kash, Torino 1983. Carroll, J., Fuga dal palazzo di cristallo. Contm Stirner, Nietzsche, Dostoewskij e l’anarco-psicologia, Roma 1988. Ciaravolo, P., Max Stirner. Per una teoresi dell’Unico, Roma 1982. Dal Prà, M., Lo scetticismo greco, 1° vol., Roma-Bari 1975. Escobar, R., Nel Cerchio magico. Stirner, la politica dalla gerarchia alla

recipmcità, Milano 1986. Evola, J., L’Operaio nel pensiero di Ernst Junger, Roma 1974. Farese, G., Poesia e rivoluzione in Germania,1830-1850, Roma-Bari 1974. Ferri, E., L’antigiuridismo di Max Stirner, Milano 1992. Feuerbach, L., L’essenza del cristianesimo, ed. it. Milano 1960. Geymonat, L., Storia del pensiero filosofico e scientifico, 5° vol., Milano 1971. Hegel, G.W.F., Fenomenologia dello Spirito, ed. it. Firenze 1933. Hegel, G.W.F, Lineamenti di filosofia del diritto, ed. it. Roma-Bari 1987. Hegel

, G.W.F., Scienza della logica, ed. it. Roma-Bari 1974. Hook, S., Da Hegel a Marx, ed. it. Firenze 1972. Jonas, H., Lo gnosticismo, ed. it. Torino 1991. 369

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1997

Heinrich Heine (1797 - 1856) nel II centenario della nascita = Heinrich Heine (1797 - 1856) zur 200. Wiederkehr des Geburtstages.- (Studi italo-tedeschi ; 18 )

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politica, sociale e culturale, la seconda guerra mondiale ha generato una cesura che costringe gli scrittori a revisionare l’enfatica percezione della miti- ca «arcadia» della tradizione. A1 posto della sua apoteosi, dopo il ‘45 emergono delle domande che riguardano tutto il corso della civilizza- zione occidentale, il cui simbolo sui generis è Roma. Roma come simbolo della grandezza imperiale, come espressione della assoluta volontà dell’Occidente di dominare tutto il mondo, come incamazione del

principio del dominio stesso. Per gli scrittori tedeschi che visitano Roma negli anni ’50 e ’60, essa non è dunque piú come per Goethe la «capitale del mondo», luogo di contemplazione ed autoriconoscimento allo stesso tempo. Ingeborg Bachmann, scrittrice austriaca che molto giovane decide di trasferirsi proprio a Roma, percepisce la città innanzitutto nella sua totale estraneità. Roma per lei è la quintessenza di tutte le contraddi- zioni della nostra civiltà. A1 contrario di Goethe che con il suo

viaggio in Italia cercava la definitiva pacificazione di tutti gli antagonismi della sua vita, per la Bachmann proprio il pieno riconoscimento della contraddittorietà della storia occidentale è decisivo per la sua scelta. A Roma non percepisce solamente l’esistente, ma anche le possibilità che si nascondono in essa. Proprio questa realtà complessa e difficile 485

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Heinrich Heine (1797 - 1856) nel II centenario della nascita = Heinrich Heine (1797 - 1856) zur 200. Wiederkehr des Geburtstages.- (Studi italo-tedeschi ; 18 )

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uno sguardo originale che lontano da ogni eventuale cliché coglie la realtà cosi come é: né iuogo di comoda contemplazione, né «discarica delI’Occidente» - come lo defini alla fine degli anni ’60 lo scrittore Rolf Dieter Brinkmann. Uessai «Ció che vidi e sentii a Roma» (1955) è uno dei pochi testi nei quali l’Autrice si riferisce direttamente alla realtà italiana. Non per caso sceglie un genere letterario che nella sua programmatica apertura invita ad un confronto tanto libero quanto personale

. Infatti ciò che la Bachmann «vide e senti» a Roma è lontano da ogni luogo comune, da ogni possibile cliché perché la scrittrice non solo descrive, ma pure riflette sulle premesse della propria percezione. Nella ambiguità di questa città la Bachmann scopre significati e mes- saggi che si sovrappongono e si contraddicono. In ció che esiste la scrittrice riconosce anche tutte le sue possibilità nascoste. Grandezza e fallimento, cultura sublime e barbarie si incontrano qui, si riflettono e si uniscono

in una infmita pluralità di significati. Questa dialettica fra realtà e possibilità, fra passato e presente, fa di Roma - cosi si esprime la Bachmann - una città davvero utopica. Senza tentare di appropriarsi della città, la scrittrice la osserva con uno sguardo coscientemente estraneo e distaccato. II messaggio che riceve, passeggiando per le strade di Roma con la massima disinvol- tura, va oltre la comoda contemplazione di una bellezza senza tempo. In Ció che vidi e sentii a Roma, la città appare

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, cit, p. 13. 52 Cfr. R. Escobar, Nel Cerchio magico, cit., p. 17 ss. 53 Ibidem. 54 Cfr. G. Buchner, Opere, trad. it. A. Burger Cori, Milano 1981, p. 89. Su Buch- ner cfr. anche G. Farese, Poesia e rivoluzione in Germania 1830-1850, Roma - Bari 1979, p. 17 e n., p. 18 e n., p. 20 e n., p. 21 e n., pp. 48-49, p. 57 e n., p. 150 e n., p. 233, e AA.VV., II socialismo prima di Marx, antologia a cura di G. M. Bravo, Roma 1973, trad. di G. M. Bravo e M. T. Pichetto, pp. 187- 202. 55 Su Stefan George, cfr

, pp. 29-34, e G.W.F. Hegel, Fenomenologia dello Spirito, cit., p. 180. Per l’approfondimento dello scettici- smo pirroniano, cfr. M. Dal Prà, Lo scetticismo greco, primo volume, Roma- Bari 1975. 62 Cfr. C. Schmitt, op. cit., pp. 47-55 e Aurora boreale, Napoli 1995. Su Daubler e sulla lettura schmittiana della sua opera, cfr. C. Bonvecchio, II politico impos- sibile, Torino 1990, pp. 44-46. Vd. Anche Th. Daubler, Das Nordlicht, Leipzig 1921. Come letteratura critica su Daubler, cfr. G. Bevilacqua, Letteratura

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12 Cfr. M. Sfimer, L’Unico e la sua proprietà, cit., p. 106. 13 Cfr. F. Andolfi, L’Egoismo e l’Abnegazione, Milano 1983, pp. 12-13. 14 Ibidem. 15 Un esempio è rappresentato dal testo di Carlo Roehrssen, L’anarchismo nello Stato moderno, Milano 1990. 16 Fra gli altri, cfr. J. Carroll, Fuga dal paiazzo di cristallo. Contm Stirner, Nietz- sche, Dostoewskij e Vanarco-psicologia, trad. it. P. Stefani, Roma 1981, p. 77 ss. 17 Cfr. S. Hook, Da Hegel a Marx, trad. it. G. Camporesi, Firenze 1972, p. 193

dell’identità nella Grecità, cfr. M. Cacciari, Geo-fdosofia dell’Europa, Milano 1994, p. 16. 25 Cfr. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit., p. 13. 26 Cfr. G.W.F. Hegel, Scienza della Logica, trad. it. A. Moni, Roma-Bari 1974, p. 85. 27 Ibidem. 28 Cfr. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit., pp. 92-93. 29 Ibidem, p. 301. 30 Fra cui lo stesso Hook: cfr. S.Hook, op. cit., p. 187. 31 Cfr. F. Andolfi, op. cit., pp. 12-13. 32 Ibidem. 33 Cfr. G.W.F. Hegel, Lineamenti di filosofia del diritto, trad

. it. G. Marini, ed. it. Roma-Bari 1987, pp. 106-107 e 160. Sul punto cfr. F. Andolfi, op. cit. 34 Cfr. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit., p. 20 ss. 35 Cfr. L. Moraldi, Introduzione a La Gnosi e il Mondo. Raccolta di testi gnostici, Milano 1988, p. VI. 36 Cfr. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit., p. 22. 37 Ibidem, p. 73. 38 Cfr. Apocrifo di Giovanni, in La Gnosi e il Mondo, cit., pp. 7-8. 39 Cfir. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit. p. 40. 40 Cfr. G. Penzo, Prefazione a M. Stimer

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Heinrich Heine (1797 - 1856) nel II centenario della nascita = Heinrich Heine (1797 - 1856) zur 200. Wiederkehr des Geburtstages.- (Studi italo-tedeschi ; 18 )

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e U. Penzo Kirsch, Queriniana, Brescia 1981. 18 Cfr. Agostino, De Civitate Dei, V, 21: «Deus dat dominatum in serie tempo- rum...» (in «Opere di Sant’Agostino», Città Nuova, Roma, P. I, vol V/l-3); in merito cfr. V. Vitiello, «Città e morale: Agostino e Kant», nel vol. coll. La città di Dio nel tempo. «Homo viator», Città Nuova, Roma 1997, pp, 77-97. 19 Cfr. K. Löwith, Significato e fine della storia, trad. it. di F. Tedeschi Negri, Comunità, Milano 1963, cap. III. 20 G. W. F. Hegel, Wissenschafi

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Zimmermann, Frankfurt a. M., Bern, New York, Paris 1989. Brinkmann, Rolf Dieter: Rom. Blicke, Reinbek bei Hamburg 1979. Celan, Paul: Gedichte in zwei Bànden, Frankfurt a. M. 1989. Chiarloni, Anna: Zur italienischen Rezeption der deutschen Nachkriegsliteratur, in: Text und Kritik Sonderband: Ansichten und Auskünfte zur deutschen Literatur nach 1945. Hrsg.: Heinz Ludwig Amold, München 1995. Cossio, Luciano: Roma nella vita e nelTopera di scrittori tedeschi contemporanei: Aspetti e motivi, Udine 1985

su Ingeborg Bachmann, Roma/ Bari 1995. 483

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Lutero, si diceva, rappresenta la rivendicazione dei diritti della materia, dei sensi, del corpo contro l’oppressione dello spirito. Ma in Germania la Riforma aveva contrastato il Cattolicesimo proprio sul terreno dello spiritualismo. Contro la politica della Chiesa di Roma, si affermó la purezza della religione: «i commercianti di indulgenze vennero cacciati, le graziose concubine vennero cambiate con freddis- sime mogli, le incantevoli immagini della Madonna vennero distrutte» (.RFG, p. 202

e sfrenato sensualismo, quasi la natura, troppo a lungo costretta, aves- se voluto vendicarsi. E se la potenza dello spirito non tardó ad imporsi di nuovo, l’ora della rivincita dello spiritualismo segnó tuttavia anche l’ora della sua fine: dal suo stesso seno usci il suo nemico mortale, la filosofia. La ribellione alla Chiesa di Roma aveva infatti portato al- Taffermazione della ragione e della Bibbia sopra e contro la tradizio- ne. Quello che Cartesio attuerà nel campo della filosofia, Lutero l’aveva

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opposizione cosi rigida tra lo spirito e la came, questa tanto aspra oppressione dei diiitti del corpo non era sostenibile, ed ecco venire in soccorso dell’uomo, degli uomini, l’interpretazione «cat- tolica» del cristianesimo, che è un vero e proprio «concordato tra Dio e il diavolo». L’obbligo è di non cedere alle lusinghe dei sensi, di non peccare; ma se pecca, se cede, l’uomo ha la possibilità di pentirsi e di redimersi. La Chiesa di Roma, mediatrice indispensabile tra l’uomo peccatore e Dio

, amministra, mediante la sua capillare organizzazione, l’indulgenza divina. Tiene, per dir cosi, il libro mastro delle perdite - i peccati - e dei profitti - le indulgenze -. Libro mastro, ho detto, dacché la Chiesa di Roma eonverte in danaro la penitenza. L’ alleanza tra la tiara e lo scettro poggia su questo «concordato» - su questa concessione che lo spirito fa alla came. E quanto piú dura l’oppressione dello spirito, tanto piú aspra la penitenza della came, e piú elevato il costo in danaro

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Un messaggio di valore tanto umano quanto politico. Nessuna consolazione bensi l’appello insistente ad una continua autointerro- gazione della civiltà occidentale. Nonostante che Ingeborg Bachmann abbia trascorso gran parte della sua vita a Roma, fino alla metà degli anni ’70 le sue opere in Italia furono quasi sconosciute. In un’intervista Ginevra Bompiani cosi caratterizza la vita della Bachmann come scrittrice di lingua tedesca in Italia: «Quando viveva a Roma era conosciuta, nessuno peró

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e Politica. La contesa fra fratelli, Torino 1993. AA.VV, 11 socialismo prima di Marx, Roma 1979. AA.VV., Individuo e insurrezione. Stirner e le culture della rivolta, Bologna 1993. AA.VV, Max Stimer e Vindividualismo moderno, Napoli 1996. AA.VV., Nietzsche-Stirner, Roma 1984. 368

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Junger, E., L’Operaio, ed. it. Milano 1981. Junger, E. - Heidegger, M., Oltre la linea, ed. it. Milano 1989. Kaempfer, W., Ernst Junger, ed. it. Bologna 1991. Laganà, A., Scritti su Stirner, Verona 1988. Löwith, K., Da Hegel a Nietzsche, ed. it. Torino 1979. Marramao, G., Potere e secolarizzazione, Roma 1985. Moraldi, L., La gnosi e il mondo. Raccolta di testi gnostici, Milano 1988. Nietzsche, F.W., Cosi parló Zarathustra, ed. it. Roma 1984. Nietzsche, F.W., Crepuscolo degli idoli

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23 Cfr. At. 17. 15-34: il versetto 28 è una citazione da Arato, poeta ed astronomo greco del III sec. a.C., Phaenomena 5. Sul tema cfr. V. Vitiello, Cristianesimo senza redenzione, Laterza, Roma-Bari 1995, Introduzione, e Id., «Deserto Ethos Abbandono. Contributo ad una topologia del religioso», in La Religione, An- nuario Filosofico Europeo, a c. di J. Derrida e G. Vattimo, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. 135-168 (ed. francese, Seuil, Paris 1996, pp. 151-187). 24 Sul tema cfr. V. Vitiello

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(IV ed.), e inoltre Id., L’Italia dal 1914 al 1918, Laterza, Bari 1965 (I ed., 1919), pp. 195- 208; sul tema cfr. V. Vitiello, «La came e lo spirito. L’interpretazione crociana del Barocco (con un’appendice sulF Ursprung des deutschen Trauerspiels di Walter Benjamin)», in Atti del Convegno di Venezia (26-27/1/1996) su: «Por amor de las letras». Juana Inés de la Cruz. Le donne e il sacro, a c. di S. Regazzoni, Bulzoni, Roma 1996, pp. 151-162. 6 Non distante, peraltro, da quell’ideale di «serenità greca» su cui

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celeste appare sempre perdente, ciò che tutto regge è la volontà divina. I mali stessi del mondo vanno spiegati con una logica piú ampia e profonda che non quella degli uomini, se è la mano di Dio che regge l’Impero degli Assiri e quello di Roma (18) . Questa logiea superiore, questo dise- gno divino resta all’uomo imperscrutabile. II riferimento ad Agostino mostra la contiguità di pensiero che, nonostante tutto, esiste tra Hegel e Gogarten. Contiguità non certo nelle conclusioni - la traduzione

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e nostalgica: essa vede Roma, la sua realtà attuale come quella di un tempo come distacco di chi vive nella realtà quotidiana ma non partecipa ad essa, non si lascia coinvolgere, tutta presa dalla pro- pria nevrosi esistenziale.« (26) Was Cossio hier und an verschiedenen anderen Stellen seiner Untersuchung über das Rom-Bild deutschsprachiger Schriftsteller der Gegenwart kritisiert, ist die vermeintliche Unwilligkeit Bachmanns, sich tatsàchlich auf Italien »einzulassen«. Der Autor begreift das Insi- 401

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63 Cfr. C. Bonvecchio, op. eit., p. 245. 64 II verso cui va fatto riferimento è quello conclusivo di Nordlicht: Die Welt versöhnt und iibertont der Geist. 65 Su questi problemi, cfr. G. Marramao, Potere e secolarizzazione, Roma 1985, p. 26 ss. 66 Cfr. G. Bevilacqua, op. cit., p. 86, e E. Alker, Die Deutsche Literatur im 19. Jahrhundert, Stuttgart 1962. 67 sull’argomento, cfr. L. Geymonat, Storia del pensiero filosofico e scientifico, Milano 1971, vol. V, pp. 648-651. 68 Ibidem, pp. 524-528

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-349. Cfr. E. Junger, L’Operaio, trad. it. Q. Principe, Milano 1981, p. 27. Cfr. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit, p. 32. Cfr. J. Evola, L’Operaio nel pensiero di Ernst Junger, Roma 1974, pp. 41-46. Da notare che Junger esplicitamente afferma di essersi ispirato a Stimer per la sua figura deir«Anarca»: cfr. E. Junger, Eumeswil, trad. it. M. T. Mandalari, Milano 1981, pp. 309-319. Cfr. M. Heidegger, Oltre la linea, Milano 1989, p. 118. Cfr. M. Stimer, L’Unico e la sua proprietà, cit

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da voi, in Francia, non è potuta nascere una diavoleria cosi tetra e terribile come da noi, e il mondo magico degli spiriti ha assunto da voi un aspetto tanto sereno. (Ivi, pp. 190-191) Due considerazioni, che son forse una e medesima. La prima: il «concordato» tra Dio e Satana stipulato dalla Chiesa di Roma ha quin- di a sua base e presupposto la maggiore dolcezza della natura meridio- nale, e pertanto il giudizio negativo sulla «politica» romana, sull’al- leanza di tiara e scettro, puó esser

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un poco ad un uomo chiamato Heinrich Heine. E per rispetto verso Wittgenstein con tutte le ombre del dubbio. BIBLIOGRAFIA Brasantin, Manilo, Storia dei colori, Torino, Einaudi, 1983. Giorgi, Giovanni - Rosati, Maria, I colori e la cromatica moderna, Roma, Paolo Cremonese Editore, 1930. Goethe, Wolfgang, La teoria dei colori, Milano, II Saggiatore, 1979. Hamm, Ulrich, Farbe, Stuttgart, Klett Verlag, 1982. Herdan, Gustav, Linguistica quantitativa, Bologna, II Mulino, 1971. 32

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