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Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 48 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
— il — accrebbe a quattro e più mila persone, e guai a chi si rifiutasse, chè di spogliamenti e di morte era brutalmente minacciato. Qua lunque sorta di armi serviva all'impresa: mannaie, forche, falci, spiedi, spuntoni; e a tanto furore si era giunti, che trascinarono seco perfino i legni occorrenti per le forche, su cui calcolavano appendere i castellani. Comparve di fatto la mattina seguente innanzi al castello la folla tumultuante, e già si disponeva a darvi un secondo e maggior assalto

, preferire piuttosto di vivere sotto la protezione del Conte. Il Capitano allora, avvertiti i ribelli, che se persistessero ostinati nella lor fellonia, avrebbe dovuto pel suo ufficio usare contro essi severi castighi, e piantar nelle Yalli il patibolo, ebbe la petulante rispo sta, che meglio sarebbe piantarlo sulla piazza del suo castello, con aggiunta di altri sconci improperi e fiere minaccie. Yista tale risolutezza, nè volendo il Tono azzardare un colpo pericoloso col dare addosso a quella numerosa

e feroce ciurmaglia, prudentemente preferì di invitare il Castellano ad aprire la porta del castello, dichiarando alla folla, che dal momento che essa desidera di sottomettersi al Conte del Tirolo, a nome di questo egli intendeva occuparlo. Accettata la proposizione e spalancata la porta maggiore del Castello, vi si cacciarono i caporioni con altri dei più arditi, cercando a morte gli Ufficiali e Ministeriali Vescovili ; ma questi durante le trattative avean trovato modo di fuggire o di occultarsi

. Allora diedero mano furiosamente alle cose del Castello, misero a pezzi quanto potevano, portarono via quanto , piaceva ; e dopo aver sfogata per ogni verso la propria ira e avidità, ritornarono alle loro case lasciando il Castello, come ne assicurano documenti posteriori, pienamente devastato. Mentre tali scene avvenivano presso il Castello di Coredo, in molti altri luoghi eziandio si commettevano dai tumultuanti

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Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 91 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
ove pìiì tardi si ampliò il moderno castello. Osservo però, eh© ì nomi di questi signori non vengono più ripetuti nei documenti, e quindi devesi congetturare che quella famiglia vi abbia fatto brevissima permanenza. Ad ogni modo giova qui notare, che aè negli Annali Alberti e neppure nella rivoluzione dei nostri rustici del 1525. non vien fatta neppur parola del castello presso Caldes. Invece vi è più d' una volta menzionata la Rocca di Caldes ; e la troviamo già nel 1302 infeudata con diritti

di decima acL Ezelino figlio di Hajerio, giudice pel Vescovo nella valle. La sua, discendenza, col titolo di signori di Caldes, ne conservò il possesso sino alla morte di Pretelio, il quale con testamento del 1464 ne fece eredi i suoi nipoti di casa Thono o Thun. Sia poi che in tale eredità sia stato già allora compreso il castello vicino a Caldes, sia che lo abbiano acquistato di poi, noto è che ambidue erano in loro proprietà ; solo avanti pochi anni passarono per vendita in possesso privato. Avuto

riflesso alla postura oltremodo favorevole per l'uso dei tempi antichi, e alla strada comunale che in allora passava appiedi del dosso, pare probabile che sin. dall'epoca romana o longobarda vi sia stata eretta una fabbrica munita, sulle cui rovine più tardi venne costrutta la presente Rocca. 6. Castello di Luca. Anche il circondario di Livo spetta alla Tal di Soie; epperò devo dirne qualche cosa. Di una nobile famiglia di Livo troviamo menzione già nel secolo duodecimo, ed era infeudata di un castello

posto sulla- sinistra del Xosio su di un colle vicino all'attuale ponte detto di Mostizzolo. nome dello stesso castello. Nel 1208 un Rodegerio q.n Adelpreto di Livo fu bandito per ordine del Principe Vescovo ; nel 1260 un Ermanno di Livo era stato ucciso da quei di Ortis« e di Castello, ove quella famiglia possedeva beni; ì di lui tre figli Adelpreto, Enrico e Arpolino, colla madre Arpolina, mediante pubblico documento concedono pace e perdono agli uomini di quella comunità, eccettuati tre individui

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Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 26 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
coil quanta diligenza i nuovi Prìncipi ne procurassero l'ammini strazione. Ed a ragione ; .imperocché la Tal di Sole, attesa la sua posizione di confine verso regioni, dalle quali assai volte eran nei secoli decorsi penetrate genti nemiche, esigeva speciali riguardi sì per la difesa dell'intiero Principato, che per l'acquisto della stima e dell 3 affetto degli abitanti. Quindi vediamo, che sollecita cura dei V escovi Princìpi fu di ampliare le fortificazioni del Castello di Ossana, siccome

luogo opportnnissimo per fermare in capo alla Talle chi a' danni del Principato vi discendesse dai gioghi del Tonale o di Pejo. Nel 1191 il Castello conteneva una camera per abitazione del Vescovo — Camera Episcopi — quando veniva a visitarlo; e che ciò seguisse di frequente lo conosciamo dal Codice Wanghiano, il quale ci informa, che il Yescovo Principe Friderico Wanga tro- vavasi nella Tal di Sole, e precisamente a Ossana, nell'estate del 1208, del 1210, del. 1213 e del 1215, sollecitato, a quanto

pare, dalla premura eli promuovere in buon ordine i lavori delle mi niere presso Comasine. Nello stesso anno 1215 il Yescovo ordina a quelli di Armejo (Vermiglio)^ obbligati per patto alla manuten zione del tetto del Castello, elle all'istante provvedano ai difetti, i sotto pena di soldi sessanta, colle scandole del Yescovo; il che ci chiarisce che quel Castello possedeva proprio bosco. E qui è pur degno di rimarcarsi, che il Castello di Ossana fu trattenuto a lungo sotto la immediata giurisdizione

le adiacenze del vecchio castello — M.ahtum — sulle cui mine avea fatto erigere una Cappella ad onore di S. Biagio; questa poi coi terreni attigui venne donata dal Yescovo Egnone nel 1271 al Santuario di S. Maria eli Cam piglio, in suffragio, dice egli, dell'anima sua e dei Yescovi Tri dentini: quei Frati Crociferi poi vi aggiunsero un'altra fabbrica a ricovero dei pellegrini, conosciuta nelle nostre carte col nome

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Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 39 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
rissime Tolte venivano a visitare questo luogo ; solo ho rilevalo, che nel 1420 V Arciduca Federico vi si fermò alquanti giorni. Anche i Vescovi di Trento scarseggiavano di visite, benché l'abbiano ridotto a nobili comodità; si contentavano invece di affidarlo alla custodia dei loro Ca pitani, e dì farne riparare i guasti, che le Ingiurie del tempo e degli uomini vi sogliono produrre. Cessata la giurisdizione si adottò il sistema di affittare il Castello colle sue pertinenze a private famiglie

verso un annuo canone, che si paga alla Mensa Yes covi le. Il diritti di decima e di livelli venne colle recenti leggi abolito; il diritto di pesca in alcuni laghetti fu pure venduto, rima nendo adesso in vigore quello sol lago di S. Cristoforo o di Caldonazzo, che in ragione di tre quinti spetta al Ca stello di Porgine; gli altri due quinti appartengono ai si gnori di Caldonazzo della famiglia Trapp. § 8, Castelli secondari. Al Castello di Pergiiie stavano connessi altri fortilizi! di minor

importanza, postati su luoghi, che, giusta la con dizione strategica del medio evo, giovassero alla miglior difesa della Signoria contro gli esterni, e contro gli interni nemici. .Dal più volte ricordato documento del 1166 cono sciamo l'esistenza dei seguenti „ Coco, Cavi one, .Roc e — (che dcv' essere Ho cc ab run a), Castelli re, e Yiculzano, tutti eretti nel perìmetro della giurisdizione di Porgine. Del l'antico Castello di Tenna, nominato dal Montibeller, noti si fa menzione in quella Carta, sia

perchè più non esistesse, sia perchè spettasse a quell'epoca ad un altro Signore. Dirò di ciascuno qualche cosa in particolare, secondochè ho potuto comprendere dalle nostre memorie. 11 Castel Cu co viene nominato anche nel documento del 1215, contenente la descrizione dei confini del comune di Pcrgine, e redatto nel medesimo Castello. Si alzava su di un colle a mezzodì del Castello maggiore tra il palude di S. Cristoforo, e la piccola valle, che discende dalla contrada dei Masetti, detta Valdurbano

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Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 38 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
s incontrano le terre eli Fi erozzo, di Frassilongo e di Bo- veda. Era in questa valle che nei secoli addietro si atten deva allo scavo delle miniere, e vi si conservano molte ve stigia di quei lavori* vi eri chiamata eziandio la valle dei Mòclieni, per ragione de' suoi vecchi abitanti tedeschi di origine, collocati sul pendìo sinistro della medesima. Ma ove F occhio rimane oltremodo soddisfatto si è quando ristringendo a minor cerchio la sua curiosità, si ferma ad osservare dal Castello

, ricco di gelsi, e intersecato da comode strade, e da forte muraglia protetto lungo il sinistro fianco del Fersina; viali regolarmente adattati a pubblico passeggio; tutto questo riempie l'animo del piacere di un vago spet tacolo e compensa ad usura la fatica dell'ascesa sino al Castello, Yoglia il Signore preservare questo maestoso mo numento dall' abbandono e dalle ruin e, a cui vediamo con dannate tant'altre fabbriche di simil fatta, e che costarono tanti sudori e tanti guai ai nostri antenati

! Da queste Carte pochissimo ricaviamo circa le vicende subite dal Castello* l'importanza però della sua posizione ci assicura, che assai volte nei tempi di mezzo sia stato molestato da scorrerie, da minacce e da assedii. Troviamo ricordata la fazione del 1356, allorché Enrico Decano del Tirolo e Capitano pel marchese di Brandeburgo ne cacciò via Francesco di Carrara, assistito dai Pcrginesi stessi, ai quali poi fu largo di speciali favori. Il Castello serviva anche negli ultimi tempi di abita zione

al Capitano di esso, o suo Luogotenente, e ad altre persone occupate nel governo della Signorìa. Vi era ezian dìo una chiesetta, e in alte tempo si nomina un proprio Cappellano, ÀI bisogno di acqua potabile erasi già provve duto nel breve dominio Carrarese, allargando nel masso un profondo pozzo, ove confluiscono le acque piovane. Del resto, poiché i signori diretti del Castello teneano «ino al 1531 la loro corte a Innsbruck, o a ßolgiano, ra-

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Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 29 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
— i 7 — feudi, di denunziare i malfattori al giudice del Castello, e di implorarne 1' assistenza. Do ve ano poi essi in segno di sudditanza pagare al signore del Castello ogni anno un -bue del valore di ragnesi ventiquattro: così rileviamo da una carta del 1477. DÌ queste nobili famiglie o piccoli dinasti un docu mento del 1314 ce ne dà a conoscere cinque, postate a modo di aiuto pel Castello nelle località di Vigalzano, di •Casaline, e della Costa; un'altra esisteva a Yak!urbano ; e furono

rente sopra la città; del che si quistionò alla lunga nel .1600 e di nuovo nel 1770. Ma abbondarono invece le discordie interne fra le 'varie gastaldie del distretto, cagionandosi vicendevolmente ostinate molestie e gravosissime spese. Ne porgeva oc casione o pretesto la divisione dei beni fra comune e co mune, il mantenimento dei ponti e delle strade erariali, o consortali, le servitù dovute al Castello, la manutenzione della chiesa e della casa parocchiale, la azienda della -dogana e del pubblico

pd proprio interesse della povertà e dell'igno ranza altrui. È poi curioso il memoriale presentato dai castaidi nel 1568 all'arciduca d'Austria e conte del Tirolo, -contenente dieciotto gravami, dei quali i tre primi sono a carico di questa canonica, e gli altri contro il comune di Pergine, e contro il capitano del Castello. Ti saranno, come è facile presumere, esagerate le cose, ma ci mani-

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Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 47 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
— Viva il popolo — pochi essendo stati quelli che fecero eco, fu sostituita subito 1' altra — — Viva il Tirolo — che fu tumultuariamente replicata dalla folla in ogni angolo della piazza. E senz' altro i più. ardimentosi, in numero di oltre trecento, provvisti di ogni sorte di armi, ascesero il monte, e si postarono manzi al Castello di Coredo, sede del Ticario Tescovile, e con grida villane e feroci ne do mandarono la resa, minacciandone altrimenti la totale distruzione. Il Ticario, che avvertito

del pericolo aveva già preparata buona difesa, fece loro rispondere che non lo renderebbe, attesoché il castello era da lui custodito a nome del Teseo vo e del Conte del Tirolo. Allora i tumultuanti diedero mano alle armi scari cando le balestre contro il castello, mentre altri provveduti di scale e di picconi tentavano scassinare le porte; ma avendo anche i soldati che difendevano il castello fatto uso delle armi e feriti alquanti dei sediziosi, questi domandarono tregua per un giorno allo scopo

di trattare un accomodamento; lo che fu loro anche accordato. Ma invece i Capi della rivolta si approfittarono perfidamente di quelle ore per raccogliere maggior numero di popolo e tornare all'assalto del castello. Fecero suonare a stormo le campane in ambe le Talli, e quella notte istessa la turba dei rivoltosi si

8
Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 89 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
dalla Rendena per la via di Campiglio: dopo la rovina di quella casa, il dazio, fu tra sportato a Tmajo {Dimaro). 4. Castrum Maletom (Male), Il nome di questo castello, a differenza degli altri, ci è arrivato identico quale fu già notato dallo storico Paolo, e per noi vale Castello di Malè. Dov'era questo fabbricato? nelle vici nanze dell' attuai paese, e precisamente nel sito che ora appelliamo San Biagio da una chiesetta dedicata a quel santo che da pochi anni restò abbandonata. Ai nostri giorni

parrà strano che questo antico castello siasi eretto in località così spostata dalla villa e dalla strada comune della valle. Ma bisogna riflettere, che al tempo dei Franchi, che' è quanto dire mille e trecento anni pria d'adesso, la confi gurazione topografica di questi dintorni era ben diversa da quella che oggi vediamo. Il Nosio, chiuso dalle macerie trasportate da due impetuosi torrenti 1' uno di fianco all' altro, cioè dal Rabbiès sulla sinistra e dall'acqua precipitante dal Peller sulla destra

, avea dovuto alzare le sue onde formando al disopra un vasto lago, finché arrivò a sorpassare il labbro degli altipiani che lo serravano. Il Kofi quindi camminava assai più alto, e lasciava facile comu nicazione e vicina tra l'altipiano su cui poggia ora la borgata e quello di fronte su cui stava il castello. La valle scavata tra mezzo ad essi dalla forza del torrente, e che va ognor più abbassandosi, e opera dei secoli posteriori. La strada poi di pubblica comunicazione, nella Tal di Sole, non

continuava sulla sinistra, come adesso, a traverso del torrente Rabbiès, ma dovea piegare sulla destra presso l'attuale Male, e passando in vicinanza al castello progrediva su quel fianco, finché

9
Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 85 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
Signori del Castello Anno Capitani del Castello larizzazione del Prin cipato effettuata nel 1806. Notisi, che fino al 1580 la Signoria fu go duta per diritto di pe- fno dalla famiglia di uraliano (Firmian); diritto ohe passò poi nella Gasa Mad ruzzo sino alla estinzione del debil Oj cioè sino circa fanno 1666. Questi Signori pi gnora tizi si davano il titolo di Capitani del Castello pel Reveren dissimo V'esco vo di Trento, e mettevano sul luogo uno che fa cesse le toro veci, col nome di Vice

Alberto Sardagna. 1711-1714 Gervasio Vigilio Alberti. 1717-1732 Vincenzo Consolati. >733-1751 Filippo Lorenzo Consolati. , 1753-1764 Pietro Antonio Perotti. 1765-1772 Giambattista Sizzo. 1773-1789 G. Battista Baldovini de Capris. 1796-1805 Giuseppe Antonio Grandi. Tutte queste indicazioni ho pazientemente raccolte dall' ispezione delle nostre Carte, e le poch» lacune po tranno Yenir riempiute da chi avrà la sorte di esaminare 1® earte del castello di Buon Consiglio in Trento; impe rocché l'archivio

, che una volta ornava il nostro Castello di Pergine, venne barbaramente distrutto, eome più ad dietro li è fatto lamento. j&.ppexxd.lce II- Eienco dei reti ori, piovani, arcipreti e parochi di Pergint. Devo premettere, che ho trovato fra le nostre carte una nota relativa a questo titolo, compilata non so s® dal cittadino Simon Pietro Bortolamei, ovvero dal benemerito Baldessare Hyppoliti, copiata poi anche dal sig, Gentili.

10
Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 35 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
. Abolito sgraziatamente col cessare della giurisdizione del Castello il vecchio statuto del paese, e introdotte col presente secolo le nuove leggi generali, il comune dì Porgine 'insieme a tutti gli altri precipitò a meschina important, gli animi si distrassero a troppo larghe e troppo vaghe affezioni; diventò patria tutto il mondo, e il paese natio poco ispira le emozioni e le premure dei nostri vecchi. § 1, Castillo di Perfine, A rendere vieppiù amena la terra perginese contri buisce assai

il Castello, che maestoso s'innalza sopra un bosco di castagni sulla crésta del colle Tegazzo, avente -quasi a suoi piedi la borgata, che da lui prese il nome. Covile una volta di feroci tiranni e oggetto di terrori ai paesani ed ai forestieri, ora lo guardi con. occhio di com piacenza, e tranquillo ne ammiri la felice postura e la buona conservazione. Sembra, giusta quanto più addietro fu notato, opera ■del tempo, in cui qui dominavano i Longobardi, e proba bilmente eretto sugli avanzi di un romano

fortilizio. Tenne però in seguito accresciuto di nuovi lavori e di migliori -difese nelle frequenti devastazioni del medio, evo. Adesso pure, ove non poggia su irto scoglio, è cinto da doppio mu ro di circonvallazione, e quattro robuste torri ne proteggono il giro. Tutta la fabbrica, presenta una. vecchia solidità, ma il palazzo di mezzo quale oggi apparisce, è opera del se- ■colo .decimosettimo, per cura dei Vescovi Principi di Trento restaurato e ridotto a nobile aspetto. Questo Castello colle . sue

pertinenze fu. conservato ■anche dopo la . secolarizzazione del Principato Trentino a favore della Mensa Episcopale. Il Castello era sino quasi ai nostri giorni provveduto di copiosi antichi documenti; avea le sale addobbate di 3

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Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 30 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
affari, che vengono trattati da una speciale depu tazione. § 6. Governo del paese. I gastaldi assistiti da due ufficiali o giurati ammini stravano gli interessi del proprio territorio, e uniti insieme proteggevano il benessere di tutta la giurisdizione, sempre però subordinati alla supremazia del signore del .-Castello- Questa forma di governo, antica per vero quanto la casa scenza di questo popolo, venne poi espressa e regolata in modo solenne nello statuto perginese, il quale per ben tre continui

secoli costituì quasi il Palladio dèlia patria, e- provocò poderosi reclami da parte del patrio governo, ogniqualvolta si vedesse da chichessia ingiustamente violato- Le cause civili e criminali erano giudicate dal vicario, detto anche giudice o commissario del Castello; questi te- nea la sua sede in Porgine sul Marcatello. Dalle sue sentenze poteva appellarsi all' ufficio del capitano, da questo poi alla Camera principesca del Ve scovo di Trento, e finalmente all'eccelso Consiglio .arcidu cale

, residente a Innsbruck, e talora a Bolzano. Per gli affari di minore importanza, come diritti di servitù globali o boschive, manutenzioni di ponti e strade, violazione di privati confini ecc. si prestava il Regolano;: veniva egli eletto in pubblica Regola, e, previo giuramento, confermato dal capitano del Castello ; avea un proprio uf ficio; ed estendeva la sua autorità su tutta la giurisdizione;; riceveva anche quale delegato del Castello il giuramento- dei nuovi ufficiali nelle gastaldie. Gli affari

12
Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 36 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
'vecchie armature; conservava vari ordigni bellici, colubrine, grossi mortai ecc. cose tutte che condecoravano il Castello,, e insieme imponevano riverenza e diletto a ehi lo visitasse. Ma volle fatalità, che per brutale avarizia di chi lo custodiva, e per inescusabile negligenza di chi doveva sorvegliarlo, quelle pergamene, quelle armi vennero barbaramente dilapidate, e vendute, sicché il Castello restò spoglio del suo più pre zioso interessamento. Nondimeno si ascende volentieri anche adesso

la breve erta, se non altro per godere di là la magnifica prospettiva, di un estesissimo e grato circondario. Diffatti dal Castello l'occhio spazia liberamente d'ogni intorno, dalle lontane montagne di Lavarone e di JFolgaria. sino alle eime dei monti che fiancheggiano l'Adige, e di qua ritornando per le ineguali alture di Pin è si approfonda, per misurare la linea delle alte montagne che rinserrano il Fersina. Ma entro quest'ampio giro, quanti oggetti colpi scono lo sguardo, e gli offrono dilettevole

spettacolo ! A mattina e prossimo al Castello si presenta l'eccelso Orno, monte nelle vecchie Carte appellalo Nora, il quale foggiandosi a robusta piramide chiude l 'angolo di diver genti montagne, e nel suo ripido versante porta; qua e là distribuiti i masi di Falesina e di Vignala, e alla sua fand solleva come un fungo il colle di Yallaro, coronato da an tiche abitazioni. Piegando lo sguardo a mezzodì, eccoti il profilo del monte Canzana ( la Chiarentana di Dante), che ti ral legra col suo ceduo bosco

13
Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 27 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
L' audace tentativo dei porgi nesi non fu coronato dall'esito che si aspettava, e le nostre carte non ne ri cordano i motivi.* Porse la città di 'Vicenza non si tenne in caso di compiere F impresa, e rifiutò 1' offerta; e forse- i Véscovi dì Trento e di Feltre con altri castellani di quel tempo si sono intromessi per ottenere un'amichevole com posizione delle discordie, E certo diffatti, che per alcun, tempo ancora la signoria del Castello perdurò nella fami glia di Gundibaldò, della quale

si trova menzione sino> air anno 1274, e che probabilmente sussistette anche più- tardi in più bassa condizione sotto altro cognome, come- verrà occasione di notare più sotto, Nell'anno 1305 troviamo nuovi signori di Castel Por gine i conti del Tirolo Ottone ed Enrico, i quali lasciando- ai V e scovo di Trento alcuni diritti di collette sui fuochi e sulle terre, si dichiararono essi medesimi vassalli del Ve scovo ' e protettori della Chiesa tridentina. Cadde poi il Castello in potere dei signori

ai Vescovi, principi di Trento. Durante queste varie signorie la condizione politica- dei paese si era mano a mano migliorata; continuavano- bensì le prestazioni personali e reali dovute per antichi patti al Castello, ma erano cessate le esorbitanze e le fe rocie dei primi signori. Anzi in questo tratto di tempo si. avea replicatamente ottenuta la ricognizione delle patrie- consuetudini,, e per di più il favore di peculiari privilegi, riguardanti-.il governo del paese, il valore delle monete, il diritto

di fiere e di mercati, l' esenzione dei dazi, e simili,, come risulta dai documenti del 1376, del 1401 e del 1407.. Poterono persino i singoli paesi della giurisdizione- formularsi un proprio statuto, o capo di regole pel buoü: règgi ri e dei loro affari; si cita quello di Madrano del 1300;; rimane quello di Vigalzano e Casalino del 1419, e qual che frammento di quello di Viarago. Bui principio poi del secolo decimosesto fu, col consenso dei signori del Castello,,

14
Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 8 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
Pergin e, ora popolosa borgata, giace appresso il lato orientale di ampio bacino, che per la direzione dei monti, entro i quali sta confinato, assume una forma quasi trian golare; sovrasta F antico Castello, il quale maestosamente torreggia dal colle vicino, e dona a tutto il territorio un magnifico aspetto ed un imponente decoro. La borgata stessa apparisce gradevole per le sue vie ampie e pulite, non meno che per la elegante figura dei suoi fabbricati ; abbonda di acque, che percorrono

ed amena. Poco monta indagare donde abbia trattò il nóme que* sto paese, o per dir meglio, questo Castello, il quale cèr tamente è anteriore ad ogii' altra fabbrica, ed ha dato il . suo nome al circostante territòrio. Reputo assai probabile guanto accenna il chiarissimo Mónti bell er, ehé$ cioè, egualte sia stata in antico la denominazione del vicino torrente, e che in seguito abbiasi per la somiglianza del suono al terata la lettera iniziale; dal notile quindi del torrènte detto Fersina o Fèrzen

— fòrsé dal latina- ferri siHUs à motivo delle miniere éntro cui scorre — prese nome il Castello ed il paese còri càmbiariietìJo della prima ietterà ; alterazione frequente nell'uso dei vècéhi vocàboli, e tanto più facile ad avverarsi, in quanto che dalla gènte tèdésóà qui sopravvenuta nei secoli di mezzo, quél nome veniva prò- . nunziato con suono aspro, éome si dicesse Pfì¥zen, Faccio però osservare, che i documenti nostri, dèi quali il piti antico risale all'anno 1166, presentano ornai

18
Libri
Anno:
1880
Memorie di Pergine e del Perginese
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Pagina 26 di 95
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 91 S.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 102.574
ID interno: 339177
■ — 24 - • f Porgine e di Viarago, atteso il maggior numero di fuochi da essi rappreseli tati, godevano il favore di doppio voto» Dal citato documento poi del 1426 si rileva ancora, ohe per riguardo alle annue collette da pagarsi al vescovo- di Trento, o al Castello, la giurisdizione era divisa in tre partì, di tre voce ciascuna, e ogni parte era tassata-di annue marche diecinove, tre lire e un grosso,' Se non che dal più volte nominato documento del 1166 veniamo pure a conoscere la miséranda

riuscire affatto odioso anche in quell'età,, per quanto si voglia supporre grossolana e indisciplinata,. Prevalendosi pertanto della temporaria assenza di Gundibaldo, i rettori delle sette gastaldie si radunano nel Monastero di 'Waldo, attiguo a Pergine, e forse privile giato di -immunità'/e quivi trattano con concorde impegno' sul modo di liberare il paese dalle ogrior crescenti pre potenze del signore del Castello. Convengono di invocare con pubblico voto la protezione della città di Vicenza

tre, aiu to con quattrocento- armati, se la fazione succede entro il distretto, e con due cènto, se fuori. La città poi debba riconoscere e tutelare le antiche leggi e consuetudini de! popolo perginese, spe dire un sufficiènte numero di truppe, onde espeilere Cxun- dibaldo e la sua famiglia dal Castello, e inviare un Po destà al governo del paese. Sono scelti finalmente ì Munzig che rechino a Vicenza la combinata Convenzione, e effi cacemente la raccomandino per la sua esecuzione.

19
Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 87 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
in miglior forma, attesa la importanza del sito, e che nuove difese vi si aggiunsero sotto la dominazione dei Carolingi e degli Imperiali. Imperocché quando il Vescovo di Trento nel 1027 venne investito del Principato, trovò quel castello in buona condizione e meritevole di particolari attenzioni. Formava esso parte integrale del patrimonio principesco, e per la sua postura era valido pro pugnacolo contro genti nemiche che ripetessero le antiche inva sioni: fu quindi per cura dei primi Vescovi circondato

a soffrire manomissioni nel 1509 dall'esercito Veneto, nel 1525 dai rustici rivoltosi, nel 1797 dalle truppe francesi; ora tutta quella gran fabbrica, meno la robusta torre, giace in squallide rovine. Il castrimi Tesami del Diacono ci ricomparisce dopo seicento anni (1191) col nome di Castello di Vulsana; poiché questo è il nome conservato nei pubblici documenti latini sin quasi ai nostri giorni a quel luogo. Won fa meraviglia come in sì lungo inter vallo sia nata 1' alterazione della prima sillaba

di quel nome ; ne fa più il vedere come, a dispetto di tutti i codici della valle, il popolo abbia chiamato e chiami e paese e castello col nome Ossana. Era antichissimo privilegio del Castèllo di S. Michele di Ossana l'avere un'annua fiera nel giorno di B. Michele; diritto che ancora si conserva a vantaggio dei valligiani.

20
Libri
Anno:
1890
Storia della Val di Sole
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Pagina 90 di 104
Autore: Bottèa, Tommaso / Tomaso Vigilio Bottèa
Luogo: Trento
Editore: Monauni
Descrizione fisica: 103 S.. - 2a ed.
Lingua: Italienisch
Segnatura: II 8.254
ID interno: 339179
alquanto sotto ritornava sulla sinistra del torrente in vicinanza di Caldes, e ascendendo verso Samoclevo continuava verso Livo e' la Kaimia. Chiunque osservi con attenzione la località di cui discor riamo, può facilmente persuadersi dei grandi cangiamenti avvenuti nel suolo in forza delle cause predette. L'antico lago sopra Male da gran pezza è stato convertito in ubertosa prateria. Il vecchio Castello di Male colle sue possidenze di pascolo e eli bosco formava parte del patrimonio principesco

; come fu narrato, il Tescovo Egnone nel 1271 ne fece dono perpetuo al Santuario di Campiglio; devoluti i beni dei Crociferi nel 1592 alla fondazione del Seminario diocesano, passarono in seguito per compera nella famiglia Thun di Caldes, quindi ad altri. Anche a questo castello competeva il diritto di annuo mer cato, di cui più sopra si è fatto parola, 5. Castel Caldee. Due sono i castelli di questo nome : V uno vicinissimo al paesello di Caldes, l'altro a qualche distanza sul monte superiore

a cavallo di un dosso assai elevato ; questo nelle nostre Carte si chiama comunemente Rocca di Caldes, e ai giorni nostri — la Rocca di Samoclevo, perchè a questo più vicina. Ad onta dei tanti documenti esaminati, dell' attenta osser vazione dei luoghi, non mi fu dato affermare quale delle due fabbriche sia più antica. L'attuale Castello di Caldes comparisce bensì un. fabbricato di recente costruzione ad uso di palazzo an ziché di fortezza, ma si vuole che nell'angolo di mezzodì racchiuda una torre

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